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Immagine del redattoreMarco Milani

El Conte l'è sciupa'

Nascita e decadenza di un leader di nessuno


Era ormai nell'aria, Giuseppe Conte, a detta del suo portavoce Rocco Casalino, stamane rassegnerà le dimissioni da Primo Ministro.

L'uomo per tutte le stagioni è arrivato al capolinea o, se preferite, all'ultima fermata nel caso si punti al Conte Ter.



Comunque vada l'avvocato del popolo non avrà un futuro in politica. Perché? Facile.

È arrivato al governo simpatizzando per i 5 stelle, ha sposato la causa di Salvini, salvo poi mollarlo sul più bello per correre a braccia aperte dal PD, fino al giorno prima chiamato "Il partito di Bibbiano", scoprendo molte affinità... elettive.

Si è trovato nel bel mezzo della tempesta Covid (situazione nella quale nessuno avrebbe potuto fare molto di più) ma invece di imparare la lezione della prima ondata, come il suo governo, ha passato quattro mesi a prendere il sole, perdendo preziosissimo tempo, ritrovando, finite le ferie, il Paese che governa in ginocchio.

Ha rammendato qua e là gli strappi causati dal PD e dai grillini, scendendo a compromessi, dilatando l'emergenza all'infinito in modo da avere "pieni poteri" (il karma...) senza mai opporsi alle numerose nefandezze dei suoi ministri, tra ristori risibili, monopattini e contributi per il centenario del partito comunista (sì, quello di Togliatti e Stalin).

Quando si tornerà a votare per lui non ci sarà spazio, schifato dal PD, detestato dalla Destra e inviso persino ai cinque stelle che ormai, frantumatisi, somigliano più a delle meteoriti.

Creerà un suo partito? Forse. E col suo 2-3%, si accomoderà fuori dal Parlamento coi suoi degni compari, Renzi e Calenda.

Au revoir avvocato Conte, magari al bar, di certo non a Palazzo Chigi.

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