Il dottor Luca Pancalli, in una intervista in
esclusiva per Più News, fa il punto sullo sport paralimpico.
Per il nostro consueto appuntamento relativo al diritto allo sport per persone diversamente abili abbiamo l’immenso piacere di poter ospitare - in esclusiva per Più News – il Dottor Luca Pancalli, già membro del CONI e Presidente in carica del Comitato Italiano Paralimpico.
Benvenuto Signor Presidente; ci permetta di esordire in questa intervista chiedendoLe a che punto siamo ad oggi nel nostro paese con la diffusione della cultura Paralimpica ?
“Buongiorno a voi e grazie per l’invito. Sicuramente devo registrare, con un pizzico di orgoglio, che negli ultimi venti anni il movimento paralimpico italiano è esploso non solamente sotto il profilo puramente organizzativo, perché siamo partiti come semplice Federazione Italiana Sport per disabili (una delle 45 federazioni del CONI all’epoca, ndr) ed abbiamo intrapreso questo lungo percorso che nel 2017 ci ha portati al riconoscimento del CIP - Comitato Italiano Paralimpico non semplicemente nel suo assetto organizzativo al pari del CONI, ma anche come Ente Pubblico. Oggi il CIP è l’ente che sovraintende per legge a tutte le attività sportive praticate da atleti disabili in Italia; un po’ una sorta di ombrello per tutte le organizzazioni riconosciute, siano esse Federazioni Sportive Olimpiche che hanno in seno discipline paralimpiche, siano esse Federazioni nate come organizzazioni paralimpiche. Penso alla Federazione Italiana Sport per sordi, a quella per ciechi ed ipovedenti sportivi, alla Federazione Italiana Pallacanestro, Basket in carrozzina e poi a tutte le discipline associate agli Enti di promozione. Naturalmente questa complessa attività organizzativa che ci ha portato al quadro che oggi abbiamo si è accompagnata ad una esplosione sotto il profilo dell’immagine del paralimpismo, complice anche il fatto che durante questo avvincente cammino abbiamo intercettato non soltanto una capacità dei media di narrare finalmente nella giusta maniera e con la giusta sensibilità quelle che sono le attività sportive praticate dalle persone disabili nel nostro paese, ma anche e soprattutto straordinari campioni dotati di incredibile capacità comunicativa e dall’immagine dirompente; il mio pensiero non può che andare naturalmente ad Alex (Zanardi, ndr) che sta combattendo duramente e quotidianamente quella che è la sua seconda battaglia più importante nella vita, ma penso anche a Bebe Vio, alla Minetti, a Martina Caironi a Simone Barlan; con riferimento alla vostra comunità territoriale penso ad Andrea Pellegrini, straordinario campione, che insieme a tutti gli altri hanno permesso attraverso la loro immagine ed alla loro capacità comunicativa fa conoscere sempre più il nostro mondo. Certo c’è ancora molto da fare ma, come ho avuto modo di esporre anche al Presidente della Repubblica, oggi il paralimpismo in Italia è uno tsunami contagioso, non tanto per i risultati sportivi quanto per la capacità di raccontare uno sport fatto di straordinarie imprese sportive ma ancor più di straordinarie storie umane”.
A livello locale, come nel comune di Ladispoli, cosa si potrebbe ulteriormente fare per promuovere lo sport in maniera ancor più incisiva ?
“A mio modo di vedere, a livello territoriale - dai piccoli ai grandi Comuni - ho sempre attribuito una straordinaria importanza a quella che è l’azione volontaria che nasce spontaneamente e che spesso porta alla costruzione di società sportive dilettantistiche che sviluppano successivamente una straordinaria abilità nella divulgazione, coadiuvati dagli Enti locali nella possibilità di organizzare attività sportive che non necessariamente debbono divenire agonistiche di top level, ma attività intese come diritto allo sport; quella possibilità dunque di poter praticare un paio di giorni a settimana una attività che possa anche occupare il tempo, far divertire il soggetto su una pedana di scherma, su un campo da basket oppure all’interno di una palestra. Quello che si può fare a livello territoriale è anzitutto attivare spontaneamente questa voglia in termini di costruzione di una realtà che possa da un lato diventare punto di riferimento e dall’altro, con l’aiuto degli enti preposti, riuscire ad intercettare questa vocazione sportiva e fornire risposte adeguate in termini di possibilità. Tutto ciò non è affatto semplice, me ne rendo perfettamente conto; l’esperienza che porto sulle mie spalle da quarant’anni, da atleta prima e dirigente successivamente, è che bisogna comunque avere il coraggio di alzare l’asticella e provare a superarla per fornire risposte alla comunità territoriale. Ricordo che nella vostra città di Ladispoli stavamo organizzando una giornata di promozione sportiva per lo scorso maggio ma che poi, causa i noti motivi legati alla pandemia, siamo stati costretti ad annullare; poter riprogrammare un evento come quello che con grande sensibilità la vostra Amministrazione locale aveva avuto in animo di organizzare significherebbe anzitutto esserci lasciati dietro le spalle questa triste situazione, che sta ponendo in grande difficoltà ciascuno di noi nella quotidianità delle nostre vite. Mi auguro dunque che, con la campagna vaccinale in progresso, si possa tornare a calendarizzare questa importante giornata per la prossima primavera o per la prossima estate; ad oggi la salute delle persone è prioritaria e ci impone il rispetto di regole ferree. L’unica cosa che possiamo fare è aspettare con l’auspicio che ci si possa tornare ad abbracciare in una giornata promozionale, su un campo sportivo o all’interno di una palestra”. Ci uniamo al suo augurio Signor Presidente e la ringraziamo per averci dedicato qualche minuto del Suo tempo.
Gianfranco Ricella
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