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Immagine del redattoreMarco Milani

“Non tagliate quell’albero”!

Crociati oggi, taglialegna ieri



Ci risiamo. Stavolta i crociati degli alberi hanno scelto l’albero di Natale quale pretesto per scatenarsi, come al solito al grido di “deus lo volt” e lanciarsi lancia in resta contro l’Amministrazione.

Pochi giorni fa se l’erano presa con le bellissime sculture nei giardini, ricavate in gran parte da alberi vecchi, già tagliati anni fa e il resto proveniente da Largo del Verrocchio dove per motivi di sicurezza, erano stati recentemente abbattuti dei pini.

E questo era stato il casus belli che aveva spinto diversi haters e nullafacenti a scendere in campo (virtuale, dietro una tastiera e per molti celati in un nick name falso) e mettersi a frignare, lanciando accuse farneticanti di tagliatori di alberi, nemici della natura, e tutta una serie di accuse poco credibili.


Ma torniamo all’albero di Natale.

Abbiamo interpellato il gestore della ditta che si occupa di albero e luminarie che ci ha detto di aver preso la punta dell’albero presso un allevamento destinato al taglio, come fanno il 90% degli acquirenti, quindi nessun omicidio arboreo, tutto in regola, tutto nella norma.


Però, dato che questa sensibilità verso la natura puzza, come diceva Totò, di “abbruciaticcio”, abbiamo fatto una piccola indagine, andando indietro nel tempo, quando a Ladispoli c’erano tanti alberi…

Chi si ricorda Viale Italia del passato, cinta da due filari di enormi e bellissimi pini?

Chi si ricorda che fine fecero? Fu forse una “retata” notturna ordita dalla destra allora all’opposizione che nottetempo li abbatté senza pietà?

O più banalmente fu una scelta politica della maggioranza di allora?

Ciò che torna alla mente è che non ci furono proteste. Ai pasdaran andava bene.


E la piazza del mercato giornaliero, quella con i sampietrini? Vi ricordate quanti pini meravigliosi la costellavano?

Era un tripudio di verde. Era. L’amministrazione di allora, non certo di destra, decise di metterci il mercato e li abbatté tutti. Assassini? No, benefattori.


E arriviamo così a Largo del Verrocchio, ai giorni nostri, una strada ai limiti della percorribilità per le radici dei pini che avevano distrutto il manto stradale.

Un pericolo vero, terribile e per evitare tragedie tipo quelle di Ostia nel 2016, sono stati tagliati e messa in sicurezza la strada. Benefattori? No, assassini.

“Come si cambia” cantava la Mannoia, che poi proseguiva: “per non morire…”

Politicamente aggiungiamo noi, politicamente.



SL

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