Il PM chiede l'archiviazione
Balle. Tante balle. Tante roteanti balle. Questa è la miglior definizione per le accuse che erano state mosse a Salvini per il suo operato durante l'esperienza da Ministro degli Interni, circa la sosta forzata delle navi di quelle ONG che hanno istituito ormai una rotta fissa tra Libia e Italia e che, è stato dimostrato con le intercettazioni, si accordano con gli scafisti e si danno appuntamento in mare come i fidanzatini di Peynet (scambiandosi non rose ma persone).
È stato lo stesso PM a chiedere l'archiviazione per il caso Gregoretti, quando Salvini impedì lo sbarco, in accordo con tutto il Governo di allora, dei 131 immigrati ad Augusta, per tre giorni.
Vale la pena ricordare che gli immigrati furono sfamati, accuditi, curati, assistiti e bambini e malati furono immediatamente fatti scendere.
Gli effetti dello scandalo Palamara possono aver influito, dal momento che è stato smascherato il sistema di controllo della giustizia da parte della sinistra, sì, la sinistra paladina della legalità, a patto che giudici e PM rispondessero alle sue direttive, ma ciò che conta è che sia stata fatta Giustizia, quella vera.
Per la Carola Rackete, la pasionaria figlia di papà, comunistissima, capitano della nave tedesca Sea Watch invece, non c'è stato neanche il processo, è stata scarcerata dal GIP Vella... indovinate un pò?, sostenuta da Magistratura Democratica, perché speronare una nave militare italiana, attentando alla vita di qualche marinaio, non può essere reato.
Ma le assurdità sono tante, che neanche Ionesco avrebbe potuto fare meglio. Mesi dopo la Lamorgese fa la stessa cosa di Salvini, ma per lei non scatta alcun avviso di garanzia.
Gli stessi immigrati "sequestrati" da Salvini furono portati nel lager di Pozzallo, e tenuti "prigionieri" per cinque giorni, naturalmente senza alcuna protesta di chicchessia.
E gli altri Paesi europei alfieri della ridistribuzione? E chi l'ha visti!
E le stesse navi rosse delle ONG che allungano la rotta e navigano cariche di esseri umani disperati per giorni e giorni alla ricerca di un casus belli?
Liberi di farlo. Loro.
E Conte, Toninelli e Di Maio che prima ammettono di aver condiviso la scelta di Salvini ma una volta davanti al giudice, lo scaricano e prendono le distanze?
Vabbè, mettiamoci una pietra sopra, Giustizia è fatta, l'attacco palesemente politico a Salvini è fallito, fino al prossimo possiamo stare tranquilli.
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