Disamina post voto di un successo annunciato
Confesso immediatamente, questo articolo l'ho scritto il 12 notte, senza conoscere i risultati, ma avendo già da giorni maturato queste considerazioni.
Non poteva che vincere Alessandro Grando, per alcuni semplici motivi sui quali, sforzandovi in un esercizio di obiettività e buon senso, non potrete non essere d'accordo.
Vediamoli.
Partiamo dal passato, dagli ultimi vent'anni di amministrazione di sinistra che, a parte la sindacatura Ciogli (più la prima che la seconda) è stata devastante.
Quelle snocciolate nei giorni scorsi non erano cifre sparate a caso né esercizi di propaganda elettorale, erano realtà: quando s'insediò la Giunta Grando nel luglio del 2017 le casse erano vuote, il disavanzo di cassa era di otto milioni, mutui e bollette astronomiche per servizi inutili ammontavano a svariate centinaia di migliaia di euro. La città era abbandonata a se stessa, strade, giardini, tutto cadeva a pezzi.
Grando & Co. in soli cinque anni hanno chiuso il bilancio in attivo e contestualmente hanno rifatto strade, giardini, un palazzetto dello Sport, un Commissariato, una caserma nuova dei Carabinieri, rinnovato varie strutture (Pallone geodetico, Grottaccia, Bocciodromo, ecc).
Agli occhi di chiunque Ladispoli è cambiata in meglio, ma di molto e sentire gli avversari negare tutto ciò ha persino indispettito molti cittadini, anche non schierati.
Quindi primo punto oggettivo: la Giunta Grando ha lavorato bene e ha salvato dal Default Ladispoli, ridotta allo stremo dalla sinistra. La gente queste cose se le ricorda, si ricorda che scelse Grando perché nauseati da Varchi costosissimi e mai utilizzati, sprechi vari, strade disastrate.
Chi erano gli avversari?
Silvia Marongiu, bravissima e impegnata, rappresentava però una sinistra vecchia, non più comprensibile dalla gente e con troppi dinosauri (colpevoli del disastro) in lista.
Scelta oltretutto come compromesso tra le varie anime del PD cittadino, non poteva rappresentare una minaccia concreta e i risultati lo hanno confermato.
Amelia Mollica Graziano. È sembrata un po' a tutti una "candidatura per dispetto", con nessuna chance di vittoria, chiaramente indirizzata a fungere da ago della bilancia in un eventuale ballottaggio, spiazzando però gli elettori con le dichiarazioni di voler rappresentare la vera destra ma al tempo stesso di non volersi apparentare con Grando e avendo avuto in passato frequentazioni con il PD. Una posizione poco chiara insomma...
Infine Alessio Pascucci.
Non avrebbe mai potuto vincere, mai.
Come biglietto da visita ha portato i suoi dieci anni di Sindaco a Cerveteri: un disastro peggiore di Ladispoli. Turismo zero (pur avendo un sito Unesco, un centro storico, un museo etrusco, il mare), commercio zero, servizi poco o niente e si potrebbe continuare a lungo parlando di rotonde, di cemento, di servizi sociali eppure a tutti andava raccontando di aver mantenuto tutte le promesse elettorali. La gente però vede, sente e ricorda tutto.
Va detto che la sua verve, il suo parlare, se accompagnati da una squadra credibile avrebbero potuto giocarsela sul serio. Così però non è stato.
Progetti politico/ideologici zero. L'armata messa in piedi da Pascucci, ha raccolto rancorosi, sinistroidi estremi senza più una casa (politica), odiatori di professione, comunisti falliti tenacemente convinti della loro (infondata) superiorità morale e mentale, insomma mancava solo Aquilante, il cavallo giallo di Brancaleone da Norcia e poi c'erano tutti.
Tate cose non vere, dette in campagna elettorale; anche queste hanno indispettito molta gente che ha respinto tale "Nuova Politica" (idee zero , ma tante fake e rancore), perché hanno sotto gli occhi le attuali Ladispoli e Cerveteri e nella mente cosa erano qualche anno fa.
La compagine di Grando infatti si presentava forte dei risultati raggiunti, cose concrete, con cinque anni di crescita anche culturale come mai la sinistra aveva fatto (e questo non gli va giù...), di grandi spettacoli, molti più luoghi della Cultura a disposizione dei giovani.
Se, alla luce dei risultati, non si riconosce tutto ciò, non resta che aspettare altri cinque anni e sperare, che so? che scenda in campo Brancaleone da Norcia in persona, naturalmente con Aquilante al fianco.
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