Il Rococò
Cos’è il Rococò?
L’affermazione più lucida e veritiera su questa corrente artistica è da attribuire al grande Philippe Daverio. Fu proprio lui a raccontarcelo, così, magicamente, come fosse l’esposizione di una pasticceria: “Nel Rococò i riccioli del barocco si trasformano in ciuffi di panna”. Cosa voleva dirci con queste parole che mettono quasi appetito?
Appurato che i colori determinano un fortissimo impatto emotivo, e condizionano le nostre scelte in molti settori; cosa proveremmo se ci trovassimo davanti a un dipinto dalla tonalità talmente dolce da sembrare zuccherosa?
Ecco il Rococò; benvenuti nell’epoca delle parrucche incipriate e dei voluttuosi ventagli.
Ci sono due pittori, per me emblematici, accomunati da una corrente artistica, ma allo stesso tempo molto distanti concettualmente. Gianbattista Tiepolo, che raccoglie l’esperienza di Tiziano e diventa il pittore di una Repubblica di Venezia sensuale, ma profondamente religiosa. Mentre François Boucher, è il pittore Parigino dei Rendez-vous d’amore bucolici in una Francia libertina e illuminista.
Questi due grandi artisti, insieme ad altre personalità, hanno giocato un ruolo fondamentale nella storia del Rococò; e hanno tradotto in pittura l’agiatezza di una classe aristocratica paffuta e priva di preoccupazioni. Nel Rococò tutto è lecito; purché sia sontuoso.
Nelle opere di Boucher possiamo trovare facilmente richiami esplicitamente erotici, o del tutto allusivi. Immagini di giovani coppie che scelgono come alcova d’amore boschetti pieni di un’antichità classica mai del tutto perduta. Gli amorini si nascondono tra le fronde e commentano fra loro le giocose vicende.
In Tiepolo poco importa il contesto, l’assurdo diventa eleganza.
Dee seminude si sollazzano sdraiate sopra candidi nuvoloni; le madonne in estasi sono sorrette da cherubini che sorridono austeri. Glorie Paradisiache che diventano olimpiche, poi ritornano religiose per trasformarsi in paesaggi esotici. Ancora draghi e carri di fuoco solcano i cieli, e trasportano vecchi dalla saggia barba. Panneggi damascati e tappeti persiani penzolano dall’alto delle nuvole mentre scorrono i granelli di sabbia nelle clessidre del tempo.
Ecco cosa succede nei meravigliosi affreschi di Tiepolo. L’opulenza dell’oro, tra il pastello e il rosa confetto è ovunque.
In Francia, Voltaire, mosse delle critiche amare verso questo tripudio di dolcezza tra santità e sensualità. Molti si aggregarono e si definì l’arte contemporanea del tempo una vera e propria degenerazione. la bolla di sapone del Rococò, dopo un dolce volo sognante si schiantò sul muro di pietra della realtà.
Cominciò così un’epoca dura, e un mal contento sociale non tardò a emergere.
Nell’anno mille e settecento settanta i due pittori si spensero a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro; ma non senza eredi e, nonostante le amare critiche, lo zucchero dell’arte continuò a vivere. Ancora per un po’, finché non si sciolse tingendosi di rosso pompeiano. Arrivò il Neoclassicismo. Ma questa è un’altra storia.
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